Dai nostri inviati : Angelo, Carmine, Luciano e Rosita
Eravamo in giugno,quando abbiamo deciso di dare la nostra disponibilità come volontari per il terremoto in Abruzzo.
Nessuno di noi pensava di avere particolari capacità o competenze da mettere in gioco, ma qualcosa ci spingeva ad andare, a dire di sì all'appello fatto dal M.A.S.C.I. nazionale; d'altra parte il motto degli scout è “estote parati”, cioè “siate pronti”. Così la notte tra il 14 e il 15 agosto la partenza con destinazione Camarda (circa 300 abitanti).
Dopo essere stati ricevuti dal Capo-campo (Protezione Civile della Regione Sardegna) e da altri Adulti Scout, è avvenuto il passaggio delle consegne ed è iniziato il nostro servizio.
Ci siamo occupati della pulizia dei bagni e della tenda-mensa, della gestione del magazzino, dell'animazione della Santa Messa e delle serate con la chitarra, canti e giochi, della visita alle persone ricoverate in ospedale, della consegna - pasti a chi non poteva raggiungere la tendopoli.
Insieme a noi c'erano volontari dell'A.G.E.S.C.I. : 4 ragazzi e 2 Capi del Clan di Ostia con i quali abbiamo condiviso oltre alla tenda, attività, momenti di preghiera ed esperienze. Al di là degli impegni di ciascuno le giornate erano caratterizzate dagli incontri e dalle chiacchierate spontanee con gli abitanti della frazione, dalle quali emergevano spaccati di vita quotidiana, racconti della loro storia presente e passata, timori, speranze e stati d'animo.
Senza dubbio il cercare insieme la soluzione ai problemi che di momento in momento si riscontravano, ci ha permesso di avvicinarci e conoscerci, di scoprirci gli uni agli altri, di spartire la fatica e la voglia di reagire.
In questo modo infatti, si sono incontrate e intrecciate esperienze diverse. Con la gente del posto, con gli altri volontari (P.C., sezione locale della “Misericordia”, Caritas, Chiese evangeliche metodiste) e con gli ufficiali medici dell’esercito che prestavano servizio in qualità di psicologi. Si è intessuta una trama di rapporti umani che andava ben oltre la differenza di età, provenienza, fede o ruolo, perché a contare davvero era l'essere lì come persone desiderose di ottenere il meglio per tutti.
I racconti di Antonio (pastore di 90 anni che legge libri di Leo Buscaglia), le storie di Vincenzo (paraplegico a 57 anni con il padre invalido), le paure di Adelina (84 anni e sola) che, ricoverata in ospedale, si attaccava alla speranza di tornare in tenda, i cori estemporanei, i giochi e le risate dei bambini...tutto questo e molto di più ha riempito i nostri zaini quando sabato 22 agosto siamo ripartiti per la strada di casa.
M.A.S.C.I.- Pontenure