San Giorgio 2010 “la luce oltre le macerie” Comunità di SAMMARTINI

M.A.S.C.I. dell' Emilia-Romagna

1-2 maggio 2010 San Giorgio d’Abruzzo
“la luce oltre le macerie”
La prima volta.

Quando il nostro Segretario Regionale Claudio Bissi, ormai sulla via del ritorno, ci ha chiesto se noi di Sammartini volevamo scrivere qualche pensiero su questo che è stato il nostro primo San Giorgio, la risposta immediata è stata: Sì.

Non il sì presuntuoso di chi pensa di saper fare, ma quello di chi, avendo vissuto un’esperienza nuova e intensa, ha il desiderio di condividere e comunicare emozioni, impressioni e pensieri su questo “Abruzzo -veramente- forte e gentile”, come bambini di ritorno da una bella gita.
(Claudia)

La cosa che più mi è rimasta nel cuore è quando Ernesto Albanello ha ringraziato Claudio Bissi per avere suggerito un San Giorgio aperto a tutti... “Se fate il San Giorgio, non potete farlo da soli: noi veniamo da voi per stare con voi”.
(Anna)

Siamo partiti in pochi non sapendo niente o quasi del San Giorgio, del suo signi-ficato; anche un poco incerti oltre che inesperti, forse con qualche dubbio, ma lungo la strada - e la nostra da Sammartini di Crevalcore (BO) è stata lunga - il pullman via via, sosta dopo sosta, si è riempito di volti nuovi e sorridenti, di chiome grigie e occhi vivaci.

Poi siamo arrivati a San Gabriele ed eravamo tanti: dal Veneto, dalla Puglia, dalle Marche, dall’Umbria… e poi a CAMARDA tantissimi, tutti insieme sotto il Tendone Giallo della Protezione Civile.
Tutti insieme a pranzo con gli abitanti del paese, e là abbiamo cominciato a capire che cos’è il San Giorgio: è vedere quanto è bello che i fratelli vivano insieme.
(Rosanna)

Lungo la strada ad ogni fermata: Forlì, Cesena, Rimini... abbiamo “raccolto” nuovi gruppi di varie comunità…

E poi intorno a me alcuni amici e fratelli più intimi alla mia vita quotidiana...
E poi i canti, la chitarra, le nostre chiacchiere, le risate mi hanno riportato al tempo della mia gioventù quando si usava solo il pullman per le gite.

Un viaggio lungo verso l’Abruzzo: le sue bellezze, la sua natura selvaggia e i suoi pro-blemi, “la luce oltre le macerie!! ” il titolo di questo San Giorgio nazionale anomalo e, per noi di Sammartini, prima esperienza con altre comunità MASCI…

E poi quel paese CAMARDA, tutto vuoto e vecchio (“disteso come un vecchio addor-mentato” dice una famosa canzone), quasi tutte le case lesionate e inagibili…

E poi il G r a n d e G i o c o bello, divertente e simpatico...

E la visita del Vescovo, pure lui scout...

E la Santa Messa in quello spiazzo dove avevano trovato posto le tende in attesa degli alloggi. Spiazzo pieno di tutti. Stranamente lì ho trovato quiete e pace…

E poi il p r a n z o i n s i e m e offerto e condiviso con gli abitanti del Paese nel Ten-done. Eravamo in tanti e ci siamo stati tutti comodamente, anche se mi sembrava impossibile persino entrare con tutto quel “fitto”.

Ci siamo scambiati regali e pensieri, ma soprattutto Loro ci hanno raccontato - ciascuno al proprio vicino di piatto - del dolore, della paura, dell’angoscia, dello sgomento e del grazie per il bene ricevuto…

E poi il C e r c h i o di chiusura a S. PIETRO DELLA CHIANCA: un posto speciale che offre uno spettacolo molto suggestivo sulla natura dell’Abruzzo.
Insomma abbiamo vissuto molto, molto, molto e dormito poco, poco, poco con il cuore e la mente pieni di stupore e gratitudine per le meraviglie che Dio ha creato!
(Mariella)

Domenico, che nel terremoto ha perso la casa, ha insistito perché vedessi il suo appartamento (soggiorno-cucina, 4 camere, bagno: tutti arredati; c’erano perfino le stoviglie). Mi dice: "E' stata una fortuna aver trovato subito una sistemazione ... ma non è mai come la nostra casa".

Si legge sempre una velata amarezza sul suo volto, anche quando saluta qualche amico che incontra.

"Non siamo mai stati soli nella disgrazia; abbiamo avuto aiuti da tantissima gente, vicina e lontana".
(Sergio)

Indubbiamente il momento più pregnante e significativo di questo San Giorgio è stato quello del pranzo domenicale con gli abitanti di Camarda. I loro racconti, le loro storie, gli occhi leggermente velati di lacrime, le loro domande: "Perchè noi ci siamo salvati e gli altri no?".

Tenerissimi poi due anziani coniugi: lei, ipovedente e con qualche problema di malattia senile, ma con un dolcissimo sorriso da bambina e lui, che amorevolmente la imboccava proprio come si fa con un bambino, mentre ne elogiava la grande capacità di ricordare date ed avvenimenti e ci ringraziava per questa nostra visita, stimolo per loro ad andare avanti e guardare oltre.
(Paola)

Ho apprezzato molto la condivisione con la popolazione del luogo e ascoltare le loro testimonianze di come hanno vissuto i tragici eventi del terremoto.

Sono contenta di aver passato un fine settimana in quei luoghi piuttosto che spendere dei soldi altrove. Spero vivamente che le attività commerciali e turistiche riprendano il loro corso.

Ho apprezzato anche la visita del vescovo dell'Aquila per darci il suo sostegno.
(Ghislaine)

E’ stata un’esperienza molto valida, porto nel cuore con affetto le persone di Camarda.

E voglio esprimere un doveroso grazie agli organizzatori della manifestazione e della festa.
(Carla)

Categorie: