Uscita ad Argenta dove ha vissuto d. Minzoni.
NELLA TERRA DI
DON GIOVANNI MINZONI
ARGENTA 13 MAGGIO 2017
OGGETTO DELLA RIFLESSIONE: d. Minzoni uomo di relazione e di pace?
Il profeta-martire che quest’anno abbiamo voluto conoscere –nell’ambito del tema Relazione e pace - è stato parroco di Argenta (FE) per pochi anni, ma la sua attività è stata intensa e tutta interamente dedicata al riscatto del suo popolo: giovani e meno giovani.
Le riflessioni che seguono sono prevalentemente di Vittorio Pranzini, MASCI RA1, che ci ha accompagnato in questo percorso; qua e là si sono inseriti i nostri commenti.
Sulla sua tomba
I resti di don Giovanni Minzoni sono stati trasferiti da Ravenna ad Argenta nella chiesa di San Nicolò, trasportati da due Capi scout del “Ravenna 1” e “Ravenna 2” il 2 ottobre 1983. La tomba oggi è meta di pellegrinaggio soprattutto da parte di tanti scout il 23 agosto, anniversario del suo martirio. Papa Giovanni Paolo II è venuto a pregare qui il 23 settembre 1990, tributandogli l’onore della Chiesa tutta. In quella occasione era presente anche il Presidente della Repubblica F. Cossiga.
Tutta la Romagna, negli anni di don Minzoni, era ancora attraversata da forti accenti anticlericali, attivati per decenni da Socialisti e Repubblicani; dal 1922 si era aggiunta l’ideologia fascista che intendeva diventare l’unica agenzia educativa dei giovani in Italia, tanto che ogni tentativo di esperienza formativa diverso veniva represso con aspra violenza.
Don Minzoni, parroco dal 1919, aveva fondato in parrocchia due circoli cattolici (uno maschile e uno femminile), aveva riattivato il doposcuola, la biblioteca circolante e l’Opera Pia Liverani per le ragazze; aveva inaugurato il teatro parrocchiale con il cinematografo e promosso due Cooperative sociali dei braccianti e delle operaie di maglieria. Aveva infine fondato la Filodrammatica. Il 24 luglio 1923 – ultima sua fatica - censiva presso l’Asci di Roma due Riparti di Esploratori con l’adesione di settanta ragazzi. Con queste premurose iniziative don Minzoni si era guadagnato la stima della gente di Argenta, di qualsiasi colore politico, nonostante le pesanti minacce e ritorsioni inflitte alle famiglie per la mancata iscrizione dei ragazzi all’Opera Nazionale Balilla.
Un mese dopo, il 23 agosto 1923, don Minzoni veniva ucciso da fascisti che l’aggredivano a colpi di bastonate.
La Chiesa (soprattutto quella locale) reagì con freddezza: non voleva vedere smentite le promesse di collaborazione, tutela e conciliazione che il Governo Mussolini aveva rassicurato, per cui preferì smorzare i toni e le accuse. Più attivi a custodire la memoria del martire furono i partiti (Popolare, Repubblicano, Socialista). Gli assassini (mandanti ed esecutori) tra assoluzioni, decessi e amnistia non scontarono nessuna pena.
Fin dalla prima sua presenza ad Argenta, don Minzoni (che non era ancora parroco) era sempre stato vicino ai giovani; quando, numerosi, vennero chiamati al fronte tra il 1916 e il 1918 volle essere il loro cappellano militare presso il 255° Fanteria, Reggimento Brigata Veneto. In quegli anni diverse imprese militari gli guadagnarono numerose medaglie oltre che la stima dei soldati. Questa sua spiccata sensibilità sociale, oltre che di pastore, aveva avuto una puntuale formazione tra gli anni 1912 - 1914, quando frequentò e completò gli studi presso la Scuola Sociale di Bergamo conseguendo la laurea in Scienze Sociali. Ma non basta avere studiato una montagna di libri per spiegare la dedizione totale alla sua gente.
Per tutti questi motivi di coerenza e testimonianza, nel 1991 l’ambasciatore Mario Sica, scout, riteneva opportuno, se non doveroso, chiedere di aprire il processo di beatificazione per don Giovanni. Ma oggi tutto è fermo.
Il programma educativo di don Minzoni
Venuto a conoscenza dello scautismo, per definire meglio il suo progetto, don Giovanni si fece aiutare da Monsignor Faggioli, fondatore e Assistente Ecclesiastico Regionale degli Scout dell’Emilia Romagna. L’obiettivo era formare nei giovani degli uomini di carattere, coscienze libere e non semplicemente ubbidienti. In una società alla deriva occorreva una nuova forma di religione: Mens sana in corpore sano, corpo e spirito alla scuola di una severa educazione dei poveri. L’opposto del Me ne frego fascista.
L’educazione delle giovani generazioni è un problema vivo anche oggi. I giovani sono oppressi da un mondo costruito e difficile da modificare e che non lascia spazi e alternative, fino ad offuscare il ricordo di quei profeti che un certo diffuso populismo vuole cancellare dalla storia ricca del nostro recente passato. Ci aiuta il papa con la rivalutazione, proprio in questi giorni, di due preti educatori del loro popolo: Don L. Milani e don P. Mazzolari, perseguitati proprio dalla loro Chiesa: dove c’è un’esperienza di educazione seria, si arriva allo scontro, al martirio. Così è accaduto a san Paolo (all’epoca in cui scriveva la lettera ai Colossesi), così è accaduto a don Minzoni, a Romero e a don Beppe Diana che ha esercitato il suo ministero di “I care” nei confronti di un popolo oppresso dalla camorra. Queste persone (come tante altre che dedicano la loro vita al prossimo) non sono tanto degli eroi ma profeti che agiscono solo in virtù dell'amore e stabiliscono, in tal modo, relazioni. Non sono stati "lettera morta per il loro popolo" bensì spirito che vivifica le coscienze. Di fronte a maestri così determinati vien da dire che forse noi ci siamo un po’ seduti: le famiglie non più incisive e i credenti non più significativi sono incapaci di trasmettere valori e costruire profonde relazioni. Com’è possibile recuperare un patrimonio storico culturale di così grande significato per trasmetterlo ai nostri figli? Quale nuovo linguaggio utilizzare perché tutti ne abbiano beneficio? Questo è un campo in cui il MASCI può lavorare.
Nel dopoguerra don Minzoni è stato accaparrato dai partiti della sinistra per farne un eroe antifascista: male che la Chiesa se lo sia lasciato rubare! E c’è voluto parecchio tempo perché essa lo riconoscesse pubblicamente un suo figlio.
Oggi, come allora, il mondo nel quale viviamo cerca un aiuto, cerca soprattutto relazioni e relazioni di mitezza. Più che di parole, c’è bisogno di nuovi stili di vita: la Legge scout punta su alcuni.